Neuroni specchio, obesità, e disturbi del comportamento alimentare.

La ricerca sul ruolo dei neuroni specchio nel sovrappeso e nell’obesità rappresenta un campo di enorme interesse che collega le neuroscienze cognitive con la salute e i modelli comportamentali.

I neuroni specchio sono una scoperta relativamente recente nell’ambito delle neuroscienze, e fanno riferimento a quei neuroni che si attivano sia quando un individuo compie un’azione sia quando osserva un altro individuo compierla, suggerendo un legame diretto tra percezione e azione.

I neuroni specchio si trovano in diverse aree del cervello, tra cui la corteccia premotoria, svolgono un ruolo determinante nell’apprendimento per imitazione e potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo delle capacità sociali consentendo la comprensione delle intenzioni altrui, sviluppando l’empatia e potenzialmente il linguaggio e la comunicazione umana.

Ma i neuroni specchio potrebbero avere una relazione fondamentale anche per quanto riguarda il sovrappeso, l’obesità e lo sviluppo dei disturbi del comportamento alimentare. Una delle teorie a sostegno afferma che l’osservazione di altri che mangiano, specialmente cibi ipercalorici, possa attivare i neuroni specchio portando a un aumento del desiderio e del consumo di cibo, meccanismo particolarmente rilevante nell’era moderna, amplificato dal ruolo dei social network.

Questa teoria chiama in causa l’effetto del modello sociale nell’alimentazione, secondo cui gli individui tendono ad adeguare in modo inconscio la quantità di cibo introdotto a quello delle persone con le quali consumano un pasto[1], fornendo una spiegazione neurobiologica plausibile per l’acquisizione di comportamenti alimentari che portano al sovrappeso.

L’alimentazione è un comportamento profondamente influenzato dai fattori sociali, e vi è la naturale tendenza ad adattare il proprio consumo di cibo a quello delle persone con cui si viene a contatto ma, la tappa successiva, è fare proprie tali abitudini come conseguenza di ripetute reiterazioni.

Una revisione sistematica, che ha coinvolto oltre 5800 partecipanti, ha mostrato che la modellazione sociale è un fenomeno robusto e significativo, spesso indipendente dai tipi di cibo, dai contesti sociali e dall’età degli individui coinvolti[2], reggendosi soprattutto sul desiderio di conformarsi.

L’ambiente alimentare moderno, e le risposte neurofisiologiche umane, contribuiscono quindi all’obesità, portando le persone a fare scelte alimentari in modo subconscio o automatico in risposta a immagini, segnali, odori di cibo, e neuroni specchio che causano l’imitazione del comportamento alimentare degli altri senza consapevolezza[3].

Studi di neuroimaging hanno mostrato che osservare altri mangiare attiva le stesse aree cerebrali coinvolte nel processo di alimentazione, suggerendo un possibile collegamento tra l’attivazione dei neuroni specchio e il desiderio di mangiare. Inoltre, ricerche comportamentali hanno indicato che l’esposizione a video o immagini di persone che mangiano può aumentare la quantità di cibo consumato dai partecipanti. La consapevolezza di questo meccanismo potrebbe inoltre guidare le strategie di marketing dell’industria del cibo raffinato, per indurre un suo consumo ulteriore e non necessario, sostenendo di fatto il proliferare dell’obesità e dei disturbi del comportamento alimentare ad essa associati.

Ma fornisce un ulteriore interpretazione a quello che è definito “ambiente obesogeno”, facendo rifermento in questo caso al trovarsi in contesti sociali dove sovrappeso e obesità sono “la norma” ed ampiamente diffusi. “Normalizzare” (come purtroppo avviene ogni giorno) condizioni di fatto patologiche, come l’obesità, espone semplicemente al dilagare del problema, oltre che per ragioni immediatamente intuibili, anche come conseguenza di aspetti probabilmente meno noti, come quelli sin qui elencati.

Lo studio dei neuroni specchio potrebbero svolgere un ruolo significativo nel modo in cui percepiamo e reagiamo al cibo, offrendo nuove strade per affrontare l’obesità e il sovrappeso in un contesto sociale e culturale in continua evoluzione.


[1] Laura McGeown, Ron Davis, Social modeling of eating mediated by mirror neuron activity: A causal model moderated by frontal asymmetry and BMI, Behavioural Brain Research, Volume 338, 2018, Pages 66-75,

[2] Tegan Cruwys, Kirsten E. Bevelander, Roel C.J. Hermans, Social modeling of eating: A review of when and why social influence affects food intake and choice, Appetite, Volume 86, 2015, Pages 3-18, ISSN 0195-6663

[3] Cohen DA. Neurophysiological pathways to obesity: below awareness and beyond individual control. Diabetes. 2008 Jul;57(7):1768-73.

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