Magro fuori e vecchio dentro con la dieta ketogenica!

Un recente studio condotto dall’Università del Texas Health Science Center a San Antonio ha esaminato gli effetti di una dieta chetogenica a lungo termine sulla senescenza cellulare nei tessuti, rilevando risultati significativi riguardo le implicazioni cliniche della dieta chetogenica.

Il team di ricerca ha analizzato l’effetto di due diete chetogeniche su modelli murini, osservando la presenza di cellule senescenti in vari organi, in particolare cuore e reni. La senescenza cellulare è stata associata all’intervento nutrizionale, suggerendo un legame tra dieta chetogenica e infiammazione prolungata[1].

I risultati mostrano che una dieta chetogenica continua induce la senescenza cellulare, e servirebbero perlomeno pause pianificate per evitare effetti negativi e ridurre il rischio di danni agli organi.

Ma cosa sono le cellule senescenti?

Le cellule senescenti sono cellule che hanno perso la capacità di dividersi ma rimangono metabolicamente attive, secernendo fattori infiammatori che possono danneggiare il tessuto circostante. L’accumulo di cellule senescenti contribuisce all’invecchiamento e a patologie correlate all’età come le malattie cardiovascolari.

La senescenza cellulare è un processo biologico complesso e multiforme che coinvolge il rallentamento irreversibile delle attività metaboliche e replicative delle cellule.

In condizioni fisiologiche è parte integrante del ciclo vitale delle cellule e rappresenta un meccanismo di difesa contro il rischio di sviluppo di tumori. Quando una cellula subisce danni irreparabili al suo DNA o è bersaglio degli effetti dello stress ossidativo, può entrare in stato di senescenza nel tentativo di impedire alla cellula danneggiata di proliferare e potenzialmente diventare cancerosa.

Una delle cause principali della senescenza cellulare è l’invecchiamento replicativo. Le cellule umane sono dotate di una sorta di “conto alla rovescia” per quanto riguarda il numero di divisioni cellulari che possono subire prima di entrare in senescenza. Questo è dovuto all’accorciamento progressivo dei telomeri ad ogni replicazione, una volta che i telomeri diventano troppo corti, la cellula non può più replicare.

Mentre la senescenza cellulare fisiologicamente indotta può avere vantaggi, se l’induzione di questo processo è determinata da stress esterni o interni può comportare alcuni rischi. Ad esempio l’accumulo di cellule senescenti può contribuire all’invecchiamento e al deterioramento dei tessuti, causando problemi come l’aterosclerosi e le malattie neuro-degenerative.

Inoltre le cellule senescenti possono rilasciare una serie di molecole segnale chiamate fattori di secrezione associati alla senescenza (SASP o Secretory Associated Senescence Phenotype). Questi fattori possono promuovere l’infiammazione cronica nel corpo, contribuendo a patologie come il diabete, malattie cardiovascolari e il cancro.

Al netto della dieta ketogenica, è possibile contrastare gli effetti e il numero di cellule senescenti?

Sì, esistono perfino degli integratori detti senolitici, rappresentano una frontiera emergente nella ricerca biomedica mirata a contrastare l’invecchiamento e promuovere una longevità salutare. Questi composti si distinguono per la loro capacità di identificare ed eliminare le cellule senescenti, si tratta di sostanze bioattive che hanno dimostrato di poter selettivamente indurre l’apoptosi cellulare riducendo infiammazione cronica e la compromissione delle funzioni tissutali

Negli studi condotti sui modelli murini, l’eliminazione selettiva delle SNCs (Senescent Cells), comunemente nota come senolisi, prolunga la durata media della vita e previene o attenua varie caratteristiche dell’invecchiamento e delle malattie di questa fase, come l’osteoartrite, l’aterosclerosi e la neurodegenerazione, senza manifestare effetti collaterali evidenti.

L’uso di senolitici ha mostrato effetti significativi anche per quanto attiene una riduzione dell’ipertrofia e della fibrosi cardiaca, insieme a una rigenerazione compensatoria dei cardiomiociti, e un miglioramento della funzione del muscolo scheletrico.

E la chetogenica?

La dieta ketogenica è un vero e proprio trattamento terapeutico, che andrebbe impiegato in ambiti specifici e sotto stretto controllo. Purtroppo è diventata una “moda” per chi ha fretta di perdere peso. Anche per quanto riguarda l’alternanza di regimi, per ridurre l’impatto sopra descritto, vi sono evidenze di rischio endoteliale derivante dalla reintroduzione di carboidrati.

Attenzione quindi a “pretendere” uno specifico regime, e attenzione a chi lo propone con leggerezza.

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[1] Wei SJ, et al D. Ketogenic diet induces p53-dependent cellular senescence in multiple organs. Sci Adv. 2024 May 17;10(20):eado1463.

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